blade runner

Addio piccolo angelo…

Il dolore più forte da accettare è la tua assenza, voglio pensare che adesso sei finalmente libero, lontano da quel corpo che ti teneva prigioniero…vorrei essere certa che da lì potrai continuare a sorridermi, a rassicurarmi e a prendermi in giro come hai sempre fatto…ovunque tu sia Lù, riprenditi la vita che hai sempre sognato, perchè nessuno come te merita di VIVERE…non ti dimenticherò mai cuore mio…

Esattamente 6 mesi fa ho conosciuto qualcuno che non avrei mai sperato di incontrare…qualcuno che ha stravolto la mia vita, il mio modo di pensare e di relazionarmi con la gente…quel qualcuno ha un nome, si chiama Luca, un ragazzo affetto da una “simpatica” distrofia muscolare, come direbbe lui, o meglio, DMD (distrofia muscolare di Duchenne), la più bastarda, la più sleale e incontrollabile, una bomba ad orologeria piazzata all’interno di un corpo esile, pronta ad esplodere quando meno te l’aspetti. Conobbi Luca l’11 gennaio entrando in una chat di cui neanche ricordo il nome. Un pomeriggio freddo in cui mi sentivo sola, ricordo ancora il rumore della pioggia che sbatteva insistente contro la finestra della mia camera e il bisogno di sfogare la mia rabbia con qualcuno che non sapeva nulla di me…In chat di gente strana se ne incontra parecchia, qualcuno non chiede neanche il tuo nome e ti invita direttamente a fare sesso in webcam, ti chiama con appellativi che non sto qui a ripetere solo per attirare la tua attenzione e ti vomita frasi disgustose facendosi forti dietro un computer, poi magari nella vita reale sono solo delle mezze seghe…Non era quello ciò di cui avevo bisogno, mi dissi: ”Cosa diavolo stai cercando in mezzo a questo ammasso di depravati??”. Stavo quasi per uscire quando arrivò un messaggio, il suo… Quel ”ciao” così timido ed educato attirò la mia attenzione e decisi di rispondergli…Da quel momento non abbiamo mai smesso di sentirci…

Aprire il suo cuore non è stato affatto semplice. Il suo essere ”incazzato” col mondo intero all’inizio mi ha terrorizzata, non sapevo cosa fare per avvicinarlo a me, per fargli capire che, nonostante le delusioni passate, poteva ancora fidarsi di qualcuno…piano piano però capii che la sua corazza era più fragile di quanto pensassi, che il suo cuore apparentemente freddo e distaccato era rinchiuso in un cofanetto di cristallo. Ho sofferto, pianto, sorriso e scherzato insieme a Luca, la forza che a volte era in grado di darmi è rimasta con me ancora oggi, nonostante lui non sia più qui. Ho conosciuto un uomo capace di combattere, di stringere i denti mandando al diavolo il dolore, di custodire i suoi diritti difendendoli a spada tratta… un uomo che ha saputo ascoltare, consigliare e soprattutto Amare.

…A volte siamo costretti a vivere una vita che non ci appartiene, a soffrire come cani senza aver commesso nulla, senza avere nessuna colpa. Ci si sente intrappolati in un involucro che sai di non poter mai strapparti via, in un corpo che non senti tuo.

La distrofia muscolare di duchenne, come qualsiasi malattia genetica progressiva, purtroppo non lascia scampo, ti porta via tutto, ma lentamente, come se godesse delle sue torture, stando attenta a lasciare intatte le facoltà cognitive… Crescere con il terrore di avere un timer piazzato all’interno non è affatto semplice, non puoi pianificare la tua vita, fare progetti a lungo termine, perchè quella fottuta paura di morire non ti molla un solo attimo. Ho vissuto la solitudine e la disperazione tramite Luca, ascoltando la sua voce, fissando il suo sguardo a volte assente, leggendo i suoi pensieri tristi spesso mascherati dalla sua geniale ironia… Di persone come Luca se ne incontrano poche e, anche se la sua assenza mi toglie il respiro, devo ritenermi fortunata di aver incrociato la sua strada, mi ha lasciato dentro qualcosa che nessun altro sarebbe riuscito a darmi…

A 6 mesi esatti da quel ”ciao” è volato via e Dio solo sa, ammesso che esista davvero, cosa sarei disposta a fare per avere ancora un po’ di tempo…

Anna.