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Ciao, sono Omar, abito da quando son nato, trent’anni fa, nella, per me bellissima, Chiavari (GE): dico solo che è tra Portofino e Sestri Levante…

Ho un carattere taciturno e timido, ma gioviale, infatti mi piace osservare e valutare molto e parlare il necessario e non a vanvera, salvo le mie “perle” comiche, spesso un po’ “alla Bergonzoni”.

Sono molto, spesso troppo, accondiscendente, cosa che attribuisco allo, dico io, “spirito d’adattamento”, quello che fa sì, per esempio, che io sopporti il caldo umido ligure in modo quasi incredibile: manco sudo…, e, se non m’ammalassi così facilmente, per via della tracheo, e non avessi molta difficoltà a guidare la carrozzina elettrica, diminuendomi drasticamente la mobilità delle mani, neanche il freddo ventoso della mia amata Riviera sarebbe un problema.

Questo forse perché, fin da molto piccolo, lotto, ma non questo m’abbatto, con la distrofia di Duchenne, che mi ha portato a dipendere molto dagli altri, soprattutto mio padre, quindi, penso che, inconsciamente, m’adeguo alle situazioni.

Poi, col tempo, è diventato un “vivi e lascia vivere”, per non farmi “sangue marcio”.

Però, secondo me, st’atteggiamento, da una parte può essere visto come un incentivo a starmi accanto, “Tanto lui non mi contrasta, fa anche quasi sempre quello che voglio io…”, ma, per lo stesso motivo, fa sì che, le persone pensino che non “m’accorga manco” di quando mi fanno un torto, come, ad esempio, un “pacco”.

Molte volte le mie delusioni sono dovute ai miei “film mentali”, che nascono dal fatto che, forse per la mia “deformazione mentale disabile”, ho spesso l’impressione che la gente, a volte anche parenti o amici, non mi prenda sul serio, accumunando la disabilità con l’intelletto carente.

Con l’età della ragione, sto capendo che è troppo semplice pensarla così, soprattutto se gliela lascio continuare a pensar così, senza farglielo, quando serve notare, anche perché, loro non pensano mi dia fastidio, ed io invece ci rimugino su, ed è quindi peggio che espormi.

Quindi ora mi sto sforzando di andare magari un po’ contro la mia natura e dire sempre, anche se con la mia consueta pacatezza, quello che mi disturba nel comportamento di chi mi circonda, anche perché ho notato che, con la confidenza, poi faccio meno fatica a farlo.

Con mio papà, che abbaia ma non morde, quindi come me non mette soggezione, riesco bene, anche se i toni si alzano un po’ per niente, con mia sorella già meno, con i miei parenti, mi rendo conto, non mi preme troppo, con i miei amici, che tengo molto a mantenerne ed a farne, forse anche troppo, aumentare il gruppo, ci sto provando.

I primi tentativi son stati poco proficui, ma, almeno ho tolto il peso.

Con la mia ormai ex, visto che per me era molto importante la nostra storia, avevo preso a confrontarmi bene per cercare di affiatarci, ma poi si è rivelata solo una pseudo – fidanzata, nel senso che, mi ha cercato, secondo me, solo perché, essendo ecuadoregna, ma soprattutto con una vita sregolata…, aveva bisogno di lavoro, trasporti, prestiti, che mio papà gli poteva offrire: ad esempio, tra un favore e l’altro, più che compagnia non mi faceva, senza che ci fossero, che so, “cose” da fidanzati, neanche piccole.

Lei diceva che era compito mio, dell’uomo, fare la prima mossa in questo, anche se poi, in effetti l’ha fatta lei, quando m’ha detto “Mi piaci, proviamo a uscire?”, ma, non muovendo quasi niente, l’unico modo era dire, magari, “Baciami”, cosa che, per la mia timidezza, mi erano difficili da dire: se avessi potuto dargli, di mia spontanea volontà, un bacio mi sarebbe stato più facile, credo.

Questi comunque sono ragionamenti a posteriori, visto che, ad un certo punto, ha pensato bene di lasciarmi, senza per altro avermi mai davvero “preso”…, senza manco dirmelo, e, visto che era un momento che lei era, come accadeva a volte senza spesso manco spiegarmi…, in “silenzio stampa”, l’ho saputo tramite la “situazione sentimentale” su Facebook.

Quando ho chiesto spiegazioni, lei m’ha risposto “Ma perché, siamo mai stati davvero fidanzati? Mai manco un bacio….” … e grazie al piffero, direi… non hai mai praticamente voluto…

Tra l’altro lei era la prima con cui mi mettevo, visto che io non avevo mai detto alle mie cotte, a scuola o quando ho iniziato a lavorare subito dopo il liceo, che m’interessavano, magari poi lagnandomi con i miei amici “Lei manco mi vede…”, perché ero troppo timido, anche se poi penso che lo capissero da sole dai miei atteggiamenti con loro, ma in quel periodo, comunque c’entrava molto anche “l’ormone”… non era facile distinguerlo dal vero interesse.

Dopo vari sentimenti (forse, ero confuso…) inespressi, circa due anni fa, grazie a Facebook, ho riallacciato bene, dopo esserci un po’ persi, giusto incontri rari e fortuiti con “Ciao” “Ciao” e basta, con una mia grande amica, con cui all’asilo eravamo inseparabili.

Da lì a poco era il mio compleanno, l’ho invitata e, forse perché si sentiva tra veri amici, quando era a casa mia, ha cominciato a sfogarsi che il ragazzo con cui conviveva, dopo essersi “accasato” ha cominciato a latitare e che tra loro c’era un po’ di crisi.

Quindi ho passato un periodo a contatto con lei consolandola, poi c’è stato un momento di sua totale chiusura, in cui lei valutava in solitudine cosa fare con la sua storia, ed io intanto stavo male per lei, poi col tempo, confidandomi anche con amiche, visto che erano più adatte a certi discorsi, mi son reso conto che stavo troppo male per essere solo un dispiacere da amico…,

Così, con grande confusione: “Sarà solo l’amicizia, sarà il romanismo tipico del mio segno, Cancro, sarà solo attrazione tisica, quindi meglio non fare lo “sfasciacoppie”, o sarà il cuore, che parla…?”, ho capito che ero innamorato, sempre di più, man mano che la sua assenza si faceva lunga.

Poi, passata la crisi solitaria, ma non ancora l’indecisione se mollare o no il ragazzo, lei, penso, capendo che ero interessato, e per distrarsi, s’è tuffata nel lavoro, ed è sparita ancora di più.

Io, sempre più con gli occhi a cuore, stile Spank…, ho preso il coraggio a due mani e, anche se magari non lo mollava più e comunque poteva essere presto, perché magari era ancora “scottata” dalla situazione, le ho scritto una vera e propria dichiarazione su Facebook, visto che al telefono non rispondeva.

Lei mi risposto dicendo: “L’avevo già capito da come ti sei comportato in sto periodo” anche perché i miei occhi spesso parlano… “Col mio ragazzo ho risolto” 🙁 “Comunque tu ed io siamo troppo amici, non potrei mai vederti come qualcosa di diverso” argh! La regola dell’amico, no… “Spero che questo non incrini irrimediabilmente la nostra amicizia”.

Io, già preparato al rifiuto, ho risposto: “Ma no, tranquilla, amici come prima” e, dopo il fisiologico imbarazzo, ora siamo ancora più uniti di prima.

Ora ho passato il momento di cotta, ma mi sa che in realtà, forse non ero innamorato di lei di per se, ma in quanto idealizzazione dell’amore di quel momento.

Diagnosi: innamorato dell’amore.

Chi mi vuol convincere a innamorarmi della propria persona, della propria anima, del proprio “tutto”, in quanto tale?

Innamoratamente, Omar

Ah, poi la mia amica, non ha ancora davvero deciso se risaldare del tutto il rapporto col ragazzo.