Oggi vi riporto il racconto di una donna. Quelle situazioni di cui nessuno parla ma che esistono nella realtà quotidiana.
Sono un O.S.A. e mi occupo da 16 anni di anziani e disabili. Mi sono trovata qualche volta di fronte a questo tipo di problema assieme ad una collega. Era un uomo colpito da ictus ancora giovane, noi gli facevamo il bagno assistito una volta a settimana. Lui ci confidava la sua disperazione perché sua moglie rifiutava ogni tipo di rapporto sessuale. Abbiamo provato tante volte a farle capire, inutilmente!
Mio nonno aveva lo stesso problema ma mia nonna chiese a un dottore se e come poteva. Mia nonna era del 1886. Era un’insegnante elementare una delle prime a imparare e a insegnare il braille ai bambini cechi.
Posso aggiungere che tra l’altro secondo me e la collega il signore in questione era ormai impotente. Perché nonostante il contatto delle nostre mani durante il bagno lo eccitasse molto mentalmente, non ha mai avuto un’erezione e nonostante qualche volta abbia provato a masturbarsi con la mano sana. Premetto che a noi non ha mai fatto proposte se non la richiesta di cercare di convincere la moglie ad avere ancora un qualsiasi tipo di contatto sessuale con lei.
Non l’abbiamo spuntata, anche se le abbiamo detto che, quasi sicuramente non ci sarebbe stata alcuna reazione fisica ma solo un appagamento mentale. Molte colleghe avevano rifiutato questo servizio per questo tipo di comportamento. A noi non ha mai dato fastidio, anzi si era creata una sorta di amicizia sincera fra noi, anche perché era un uomo intelligente e amaramente autoironico.
Spesso diceva che si era rassegnato a tutto della sua malattia tranne che a quella mancanza.
Quando l’hanno portato in casa di riposo e noi essendo domiciliari non siamo più andate da lui, ci ha scritto una lettera di saluto ringraziando di essere state per lui per un paio di anni le 2 ore più gradevoli delle sue settimane in sedia a rotelle, il suo “profumo di donna”.
Di storie come questa me ne sono capitate altre ma questa mi ha lasciato un segno grande.
Certo è che far capire che gli anziani e i disabili hanno desideri e bisogni sessuali non è facile. Mi sono trovata anche in casi in cui i pazienti si eccitavano fisicamente al contatto delle mie mani e alcuni si vergognavano e mi chiedevano scusa. Ma di che? L’unica volta in cui mi sono fatta sostituire è quando mi sono resa conto che un ragazzo down si stava attaccando troppo a me. Il suo non era più solo un piacere fisico ed io nella sua vita ero solo di passaggio per lavoro.
Posso solo dire che io ho sempre cercato in 16 anni di lavoro di fare andare d’accordo l’etica professionale con un po’ d’intelligenza e umanità. Non sempre è stato facile e spero di non aver sbagliato.
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