Ciao, il mio nome è Nando, sono di Catania e all’età di sette mesi, sono stato colpito dalla poliomelite agli arti inferiori.
Ciao, mi chiamo Anna e sono di Bologna, anche se, per il lavoro di mio padre, militare di carriera, ho sempre vissuto in Liguria. Ero una ragazzina normalissima con un grande sogno: piazzarmi almeno al secondo posto alle gare nazionali di nuoto che si sarebbero svolte a Roma nel 1968. Io gareggiavo per i 400 metri stile libero.
Nando: Durante l’infanzia e l’adolescenza non ho mai avuto problemi di inserimento nei gruppi di ragazzi della mia età non disabili. Anzi ero parecchio biricchino e facevo sempre tardi la sera a cena e mia madre mi sgridava. Ma giocare con gli amici era più divertente che mangiare!
Anna: Una decina di giorni prima delle gare, il mio sogno finiva. Un incidente automobilistico: il midollo spinale schiacciato e la perdita dell’uso delle gambe. I miei Genitori, mio fratello, i tanti amici mi hanno aiutato a superare quel drammatico momento di disperazione. Ma non mi sono persa d’animo ho imparato l’inglese, ho lavorato per un negozio di abiti per neonato ricamando all’uncinetto e nel frattempo studiavo steno-dattilo e preparavo concorsi per trovare lavoro.
Nando: Dopo le medie mi sono appassionato al mondo dei radio-amatori dopo aver scoperto due ricetrasmittenti giocattolo in garage e, quasi per scherzo, i sono iscritto al corso di ceramica ce si svolgeva nel laboratorio del Centro Sociale di Riabilitazione (AIAS): l’idea di diventare un famoso artigiano dell’argilla mi allettava e volevo tanto creare qualcosa di bello, armonioso e “mio”.
Anna: Nel ’75 vinsi un concorso statale e venni assunta in un Ente Pubblico. Lavorare e godermi le ferie è stata una grande soddisfazione. Ho raccolto i soldi per comprarmi una macchina e nell’83, in occasione dell’Anno Santo, sono arrivata fino a Roma, dove mentre si aspettava il Papa, ho fatto amicizia con un gruppo di ragazzi allegri e divertenti: erano terapisti e vigilatrici del CSR di Catania che, al momento dei saluti, mi invitarono per l’estate successiva a trascorrere le vacanze in Sicilia continuando a fare terapia nel loro centro.
Nando: Conobbi Anna nel luglio del 1984. Stava visitando il CSR, diceva di essere in vacanza ed era entusiasta della Sicilia. Mi invitò ad unirmi al gruppo: trascorrevamo le giornate al mare, oppure a visitare scavi archeologici. Noi siciliani eravamo ansiosi di far conoscere ad Anna le meraviglie della nostra terra.
Anna: Tornai a casa ma dopo tre mesi ero di nuovo a Catania per diverse ragioni: mi ero innamorata della Sicilia, mi ero innamorata di un siciliano e l CSR mi aveva proposto un periodo di terapia intensiva.
Nando: Da quell’autunno non ci siamo più lasciati, almeno col pensiero. Avevamo già cominciato a pensarci come coppia, anche se questa parola imbarazzava noi ancora prima delle nostre famiglie. Ci siamo chiesti a lungo dove ci avrebbe portati questo nostro volerci bene e dopo tre anni di telefonate, lettere e viaggi, lacrime e gioia infinita, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso di unire le nostre vite nel bene e nel male.
Anna: Ed eccoci qua. Siamo marito e moglie da ventiquattro anni ma non sono mai stati sempre rose e fiori: come tutte le coppie novelline abbiamo dovuto adattare le reciproche esigenze alla vita di tutti i giorni, conoscerci nell’intimità. imparare a convivere con i nostri problemi e a smussare tutti gli spigoli dei nostri caratteri forti.
Nando: Dopo tre mesi di matrimonio, la sorpresa più grande che la vita potesse farci dopo il nostro amore: aspettavamo un bambino. Anzi una bambina, Giorgia, nata a Bologna, che ora è una splendida ragazza di 23 anni che un anno fa si è laureata in Economia del Turismo con una tesi dal tema sociale sul Turismo Accessibile.
Anna: Ripensare al giorno del parto ci mette sempre tanta emozione. Sono stata fortunata, perchè Giorgia è venuta alla luce da sola, senza crearmi problemi.
Nando: Ci siamo trasferiti definitivamente in Provincia di Bologna nel 1992, per stare vicino alla famiglia di Anna e perchè lei fosse seguita da quei medici che conoscono la sua storia clinica. Io ora lavoro all’ufficio recupero crediti di una società multinazionale e Anna, invece, colpita da una forma “post-partum” di artrite reumatoide, e nel 2002 dal tumore al seno che ha combattuto e vinto, ha deciso di abbandonare il suo impiego per dedicarsi alla famiglia.
—
Ringraziamo Anna e Nando per averci raccontato la loro bella storia e Giorgia per averceli fatti conoscere. ndr.
Commenti recenti