Foto di Eva

Che cos’è un’assistente sessuale? Questa figura in italia ancora non esiste, sebbene in altri paesi europei abbia già trovato una sua legittimazione. Temo di non essere stata in nessuno di questi paesi per provvedere a una formazione specifica in quest’ambito così delicato, tuttavia, animata da spirito pionieristico, vi spiego come intendo io la questione.

Nell’assistenza di questo tipo si incontrano due mondi, due realtà, tra le più soggette a discriminazione sociale: da un lato coloro che non possono usare abilmente il corpo in cui vivono e dall’altro coloro che per inclinazione naturale sentono di poter essere d’aiuto al prossimo nell’espressione fisica di un bisogno sessuale. Ci sono nomi, offensivi o più politicamente corretti per definire queste due categorie di esseri umani: non importa come vogliamo etichettarli, nella nostra cultura la discriminazione esiste. Ma se per una qualche ironia del destino la messa in comunicazione di questi due mondi non solo fosse reciprocamente proficua, bensì risolvesse a catena una serie di altri problemi sociali indirettamente collegati? Ragioniamoci un po’ su.

Il sesso, che piaccia o meno, è un’energia insopprimibile nell’essere umano. Personalmente ne ho una considerazione elevatissima, essendo la fonte che ci permette di nascere e, in alcuni momenti particolarmente ispirati, di riveder le stelle. Laddove i primi impulsi si risvegliano, quasi ogni essere umano riesce in un qualche modo a provvedere autonomamente e per un certo tempo alla gestione di questa energia. Masturbazione. Ovvero si impara da soli a capire come funziona il proprio corpo, quali fantasie lo eccitano, come liberare un’energia che se trattenuta all’interno senza essere in un qualche modo sfogata o fatta circolare, provoca una pressione insopportabile. Ora, facendo uno sforzo di immaginazione, proviamo a percepirci dentro un corpo che, insieme a tante altre funzioni basilari, non ci risponda nemmeno in questo. Se credete che sia facile per un familiare provvedere a questo bisogno allo stesso modo in cui provvede ad altri bisogni fisici, state sopravvalutando il vostro familiare oppure siete molto fortunati ad averlo vicino, nonostante tutto. Quello che intendo è che laddove anche l’abnegazione dei familiari di fronte alla disabilità di un congiunto sia illimitata, presto o tardi si troveranno di fronte a un problema a dir poco imbarazzante: una persona che vive in un corpo carico, insopportabilmente carico di un’energia che non conosce e che nessuno gli permette quantomeno di sfogare.

Il sesso non si risolve ovviamente con l’atto masturbatorio ed è anche vero che non tutte le disabilità sono invalidanti al punto da non permettere nemmeno l’uso delle mani, ma è comunque una buona base dalla quale partire per iniziare a focalizzare il problema per trovare poi la soluzione.

L’essere umano è una creatura empatica, letteralmente si nutre di ciò che riceve da altri esseri umani: se coccole amorevoli o freddezza glaciale o violenza, tutto questo ha ripercussioni nel suo sviluppo psicofisico. Ora, è abbastanza evidente che chi nasce in un corpo affetto da disabilità o vi si ritrova dentro a un certo punto della vita, masturbazione a parte, debba fare i conti anche con questo problema: non molti esseri umani, esclusi i familiari, saranno ansiosi di interagire fisicamente o intimamente con lui/lei. Potrei provare a darvi le mie motivazioni al riguardo, ma non credo sia utile. Rimaniamo sul dato di fatto: un corpo non in linea con la bellezza comune, per com’è intesa nella nostra società adesso, rende più difficoltose le interazioni fisiche e una non completa padronanza del corpo rende più rare e difficoltose le interazioni sessuali.

Adesso veniamo alla risoluzione del problema, in attesa che ciascuno di noi venga baciato dalla fortuna e si imbatta nel partner perfetto che risolverà tutti i suoi problemi affettivi e sessuali. Non vorrei presentare la figura dell’assistente come una specie di creatura fatata che arriva a risolvere qualunque problema, vorrei piuttosto, se me lo permettete, andare a monte anche di questa fantomatica infermiera del sesso.

Le donne che interagiscono sessualmente con un cliente pagante, si sa, non sono molto ben considerate nella nostra cultura. In parte è un’abitudine mentale che ci viene inculcata, quella di disprezzare chi esercita il mestiere più antico del mondo.

Cerchiamo a questo punto di fare un po’ di chiarezza, perché ci sono almeno tre possibili categorie di persone, solitamente donne, che non evitano come la peste il connubio sesso-soldi:

  1. chi vende letteralmente il proprio corpo fiutando una strada comoda verso la ricchezza. Generalmente questo tipo di persona non ha molto a cuore il proprio benessere, tranne quello squisitamente materiale, e le ripercussioni fisiche a lungo andare saranno peggiori di qualunque giudizio morale che si possa esprimere in merito;
  2. chi è costretta a vendere il corpo. Qui si tratta di schiavitù sessuale e in questo caso è precluso persino il benessere materiale;
  3. chi ha una naturale propensione a dispensare piacere, alle proprie regole, col massimo del rispetto per il proprio corpo. Ci credereste che in culture antiche questa figura avesse addirittura una carica sacerdotale e fosse tra le più rispettate della comunità?

Ora siamo onesti, l’assistente sessuale non può e non deve essere un’infermiera asettica: dev’essere empatica ai massimi livelli, sapersi approcciare ai corpi, qualunque genere di corpo, con la stessa amorevole dolcezza; deve saper essere in grado di suscitare un desiderio in chi ha di fronte e saper gestire situazioni magari imbarazzanti senza perdersi d’animo. Più che un lavoro è un’inclinazione naturale che viene messa a disposizione di chi la richiede, sebbene una formazione specifica col tempo dovrà essere contemplata, come già avviene in altri paesi.

Per come intendo io l’assistenza, devono sussistere i seguenti requisiti in chi la offre:

  1. predisposizione empatica, familiarità nel contatto fisico con ogni genere di corpo, di entrambi i sessi. Capacità di preparare il corpo per tutto il tempo necessario: coccole, carezze, massaggi, per arrivare infine a un culmine di piacere sessuale;
  2. distacco emotivo. Non ci si può innamorare di ognuno che richiede l’assistenza, mi pare ovvio, no?
  3. non mettere in gioco il proprio corpo in modo avventato, concentrarsi quasi esclusivamente sul corpo dell’altro.

Devono inoltre sussistere i seguenti requisiti in chi la richiede:

  1. predisposizione al rispetto incondizionato della persona che offrir‡ l’assistenza. Lei non vi farà sentire malati, voi non fatela sentire una poco di buono perché  accetta soldi in cambio del piacere che vi procura. Ringraziatela e rispettatela per quello che fa, al massimo grado;
  2. distacco emotivo. Non è e non sarà, probabilmente, la vostra innamorata, ma tutto ciò che farà sarà un atto d’amore. Cominciamo a entrare in questo spirito;
  3. non richiedere pratiche a rischio contagio, il fatto di pagare non vi autorizza a disporre del corpo dell’assistente.

Bene. Spero di esservi stata utile.

Shakti

Credits
Ringraziamo Eva e il suo compagno per la foto dedicata a “LoveAbility”. La persona ritratta non è l’autrice dell’articolo.