Era la notte di Halloween, la notte delle streghe e lo incontrai. Bello, affascinante. Più grande di me di una decina di anni. Ricordo ancora perfettamente i suoi occhi insistenti su di me. Fece lui il primo passo, mi offrì un drink, mi riempì di complimenti, mi sedusse.

Inizio così quella che io credevo essere la più bella storia d’amore del mondo. Lui mi faceva sentire bella, desiderata, sexy. Con lui scoprii l’amore e il sesso. Mi sentivo libera, felice. Mi sentivo una donna. Tutti invidiavano la nostra bellissima storia, ed io ne ero felice. Ben presto le cose cambiarono, ma per un lungo periodo di tempo non mi accorsi di nulla, o meglio non volevo vedere. Una parte di me sapeva benissimo cosa stava accadendo, ma un’altra parte si rifiutava di vederlo.

Il mio fantastico ragazzo aveva in realtà una doppia, o meglio tripla vita. Scoprii che aveva problemi di dipendenza da alcool e droga, ma lo difendevo, dicendo sempre che non era vero, che ne era uscito e che bere qualche bicchiere non ha mai ucciso nessuno. Poi scoprii che con i suoi amici mi chiamava con nomi disgustosi come “la carrozzina”, “l’handy” e altro ma ovviamente accecata dall’amore dicevo che scherzava. Sapevo però che non era così e lo sapevo perché lui si scopava un’altra. Io non gli bastavo.

Lui era visto da tutti come l’eroe, il bravo ragazzo che sta con la ragazza disabile e quando provavo a sfogarmi con qualcuno mi dicevano di non rompere perché ero paranoica e invece… Un giorno presi tutto il coraggio che avevo in corpo e lo affrontai, gli dissi che io non potevo più vivere così e me ne andai, cancellai il suo numero di telefono.

Per diverso tempo lui continuò a cercarmi, scrivendo messaggi pieni d’amore, dicendomi che era cambiato. Non risposi mai a quelle telefonate e a quei messaggi. Dissi alla mia famiglia e ai miei amici che lo avevo lasciato e li pregai di non fare domande. Molti di loro mi dissero che ero una stronza, una deficiente. Della serie “hai un ragazzo normodotato che ti ama e lo lasci? Chi ti riprende a te?”.

Lui, forte dell’appoggio degli amici e di parte della mia famiglia recitò a lungo la parte della vittima. Nei mesi che seguirono mise in atto una vera e propria violenza psicologica. Cercava di farmi tornare sui miei passi con frasi del genere “Chi ti riprende a te?”…. Ma purtroppo per lui e per i bastardi che lo sostenevano io in quei mesi ero cambiata, ero cresciuta. Avevo capito che non avevo bisogno di un uomo per sentirmi bella. Non mi serviva avere un uomo per sentirmi normale. Avevo sconfitto la mia paura di restare da sola, avevo superato il bisogno di un uomo a tutti i costi.

Ancora oggi molti mi chiedono il perché ho lasciato il ragazzo perfetto e io rispondo con un sorriso “Non era perfetto per me…”, non mi va di raccontare le umiliazioni che ho sopportato solo perché avevo paura di essere diversa.

Oggi mi guardo allo specchio e sono fiera della Donna che sono, sono fiera delle mie lauree, sono fiera del mio corpo, sono fiera delle mie scelte, sono fiera di me stessa. Oggi sono single, ma sono innamorata persa. Di me stessa.

Vado in giro armata di cinismo e diffidenza, ma piano piano sto imparando a fidarmi di nuovo delle persone.. Forse lui ha ragione, forse nessuno mi amerà mai o forse qualcuno già mi ama e devo solo scoprirlo…non lo so..non ho la sfera di cristallo… Sto ancora aspettando il vero amore, perché quello che ho vissuto con lui non lo era di certo…

Una vostra amica.