Io non sarò mai amata
è una frase che mi sono ripetuta molte volte, negli anni. Chi lo vuole un corpo deforme? Se è quello di una donna, poi…
L’adolescenza sembrava darmi ragione. Alle medie, le amiche iniziavano a parlottare di baci, d’inciuci. E io capivo a mala pena i loro discorsi, ero sempre appena fuori dai sussurri, ne coglievo solo stralci – e spesso, sentendo così distanti quelle esperienze, finivo per disprezzarle. La volpe e l’uva. Erano persone superficiali, mi dicevo, badavano alla bellezza, a queste cose stupide, s’infatuavano senza ragione.
Alle scuole superiori non fu troppo diverso. Cominciai, sì, ad avere una vita sociale più felice, ascoltavo i gossip stando un po’ più vicino, andavo con gli altri in pizzeria e in discoteca. Ma facevo ancora fatica ad accorgermi degli sguardi che si scambiavano Pinco e Pallina, o di quando, a un tratto, sparivano dal gruppo per un po’. D’altra parte ero invitata alle cene e alle feste di compleanno, alla socialità edulcorata e quasi istituzionale, ma non certo alle bevute notturne e alle festicciole di quello-che-stasera-ha-casa-libera.
Succedeva sempre tutto lì, quando non c’ero. Succedeva nei bagni mentre ero a tavola, succedeva nella casa di Tizio che aveva le scale, succedeva in mezzo alla bolgia di chi ballava, mentre io stavo sui divanetti, a dormicchiare.
Con chi potevo scambiare sguardi, io? A chi potevo toccare il culo ballando?
Intanto si formavano le prime coppiette stabili. Sui muri dell’aula scrivevano Laura e Stefano, 1 anno insieme. E anch’io m’innamoravo.
Solo che non sapevo come si faceva. Non sapevo che succedesse lanciandosi occhiate, ballando insieme, sfiorandosi le mani. Nessuno mi aveva mai fatto vedere queste cose. Avevo solo letto molti libri, ero una giovane e stupida Bovary.
Perciò, mi innamoravo delle parole. Di quelle che mi dicevano su internet – erano i tempi delle prime chat – o di quelle che mi concedeva qualche amico, un po’ più maturo di altri. Pensavo bastassero le parole, e l’intelligenza.
Dicevo: io non posso puntare sul fisico; punterò sull’interiorità. Cercherò le persone a cui non interessa il corpo – bum! – e le farò innamorare così tanto della mia testa, che al mio corpo non baderanno più. Smetteranno di vederlo.
Illusioni. Paradossalmente – ma non troppo – ho iniziato a trovare partner proprio quando ho capito che mi sbagliavo, il corpo conta. Internet, al riguardo, è stata una grande trappola. Su internet puoi davvero stabilire un completo feeling di parole, e se non conosci e non hai mai conosciuto il ruolo del corpo, beh, puoi illuderti che le parole siano sufficienti.
E restarci terribilmente male, quando scopri che non lo sono affatto.
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