Ho pensato che questa fosse la serata giusta per scrivere la mia storia, non è piena di colpi di scena, è solo la storia della mia vita, fino ad ora.
Sono catapultata sulla terra quasi 22 anni fa a Milano, io assieme mia sorella gemella eravamo entusiaste e desiderose di conoscere questo mondo, anche troppo forse. Siamo nate alla ventottesima settimana, eravamo piccolissime, facevamo quasi impressione! Per lungo tempo la nostra culla è stata l’incubatrice. Un bel giorno i medici decisero che era tempo di togliere il respiratore e così fecero! Per fortuna mia sorella gemella Ilaria non riportò alcun danno, per me invece iniziò il calvario… la mia lotta contro tante e innumerevoli ingiustizie!

Quando i medici tolsero il tubicino dell’ossigeno, non so e non saprò mai il motivo, io smisi di respirare per qualche secondo e tale mancanza si tramutò poi, grazie a visite specifiche, in tetra-paresi-semi-spastica colpendo maggiormente gli arti inferiori. Imparai molto bene a gattonare e a strisciare in tutte le maniere per raggiungere ogni singolo angolo della casa!

Passarono gli anni e cominciai a rendermi conto delle mie problematiche fisiche ma soprattutto notai che i miei compagni di scuola non accettavano la carrozzina, quell’oggetto di cui io mi vantavo tanto perché tutta colorata e appariscente. Cominciai così a colpevolizzarmi duramente e a odiare il mio stato fisico. Ero profondamente arrabbiata perché la carrozzina era motivo della mia solitudine! Non volevo neanche confrontarmi con i miei “simili” perché forse non riuscivo ad accettare me stessa! E come se nella mia testa mi fossi creata un mio mondo, un mondo fantastico dove camminavo con le mie gambe. Ma dentro di me, nella mia anima soffrivo terribilmente.

Iniziarono le superiori, nuova città e nuova scuola. Volevo cambiare il modo di vedere le cose, volevo imparare a conoscere me stessa, volevo imparare ad amarmi. Volevo chiudere con i pianti… volevo iniziare una nuova vita, ero pronta! Purtroppo tutte le mie convinzioni cessarono dal momento in cui in tutta quella giovinezza sconosciuta e nuova trovai solo muri, muri che ho cercato di distruggere, ma purtroppo superficialità e finta ipocrisia vinse su tutto e tutto. Nonostante i miei discorsi in cattedra, nonostante provai a farmi conoscere per ciò che ero mettendomi a disposizione in tutte le maniere per loro una persona diversa. Io smisi di pensarci e me ne fregai. Pensai solo a diplomarmi!

Bene, ero felice, avevo un diploma in mano ed ero felicissima. Sì, non avevo amici ma non importava più, la superficialità alla fine non porta a grandi cose! Meglio soli che male accompagnati!!!

Iniziai a conoscere il mondo del lavoro ma soprattutto la mia rinascita grazie a “Vite Diverse Onlus”, associazione per la quale oggi mi trovo a collaborare. Grazie ad essa ho conosciuto persone meravigliose, persone capaci di ascoltare con il cuore.

In questi anni l’amore non l’ho conosciuto, ogni cosa ha il suo tempo e forse fino ad ora non era il tempo giusto. Chissà se lo sarà un giorno. La speranza è ultima a morire, anche se non credo, capiterà mai a me… L’amore è accettare in tutto e per tutto l’altro è saper ascoltare e comprenderne i bisogni contornati da paure e debolezze. Io di paure ne ho da vendere, ho paura a donarmi perché nella mia vita ho donato, tanto ma non è servito, mi sono comunque ritrovata sola contro tutti… anche contro mio padre che non ha mai accettato la mia condizione facendo pesare sulle mie spalle ogni piccola cosa, anche l’inadeguatezza.

Ora sono felice, felice anche della mia disabilità. Oggi la chiamo fortuna perché grazie a essa non conosco superficialità, perché so comprendere e andare oltre l’esteriorità della persone dando importanza all’animo, amo aiutare chi richiede aiuto perché il sorriso che ricevo vale più di ogni altra cosa al mondo! Io mi sento appagata e tutto ciò mi riempie il cuore.

Perché donare se stessi per il bene di altri, è meraviglioso. Nonostante tutto!

Con determinazione e grinta migliorerò anche il mio stato fisico, ne sono più che convinta perché il mio più grande sogno è arrivare a essere indipendente… E so che un giorno il mio sogno diventerà la realtà. Lotterò per tutto questo….

Con tutto l’affetto che c’è…

Roberta