Luca e Mena

Luca e Mena: “tu sei le braccia ed io le gambe”

Ciao a tutti! Siamo Luca e Mena, una coppia di Napoli; Luca ha 24 anni, è laureato in Scienze motorie ed è affetto da tetraparesi spastica, patologia che gli limita solo la deambulazione; Mena ha 29 anni, è laureata in Lettere Classiche, impartisce lezioni private ed è normodotata.

La nostra storia inizia 4 anni fa, quando io, Mena, attraversavo un momento sentimentale difficile, in quanto, in seguito all’ennesima delusione per l’immaturità maschile, avevo deciso di stare da sola, di godermi la mia singletudine.

Luca, da diversi mesi, aveva deciso di farla finita con le “scappatelle” di una notte, quindi intraprese conversazioni e conoscenze più serie.

Il destino volle che ci incontrassimo, per caso, proprio nel momento in cui cercavamo 2 situazioni diverse: io una semplice amicizia, lui una frequentazione duratura.

Un pomeriggio dell’ottobre del 2009 lo aggiunsi ai miei amici di Facebook in quanto cugino di alcuni miei amici; non ci eravamo mai incontrati anche se abitiamo a 50 metri di distanza!

Lui accettò la mia amicizia ed iniziammo a parlare di noi. Fin da subito Luca mi parlò della sua patologia e delle sue difficoltà motorie, del resto come faceva sempre. Voglio sottolineare che è importante chiarire, fin da subito, la propria condizione fisica senza nessun timore, infatti è stato proprio il fatto che Luca ha sempre accettato la sua condizione fisica che ha permesso anche a me di rapportarmi a lui in modo sereno, senza alcun timore.

Dopo 3 giorni abbiamo deciso di incontrarci, perchè sentivamo il desiderio di vederci e approfittammo della vicinanza. Andammo a fare una passeggiata nel parco sotto casa nostra, parlammo di noi e fin da subito provammo un’incredibile attrazione fisica; infatti, tornati a casa sua, ci fu il nostro primo bacio. Ero seduta sulle sue gambe, in sottofondo c’era la canzone di Eros Ramazzotti “Fuoco nel fuoco”…da quel giorno, come una fiamma ardente, bruciamo di passione e amore, anche se da novembre 2009 ad aprile 2010, a causa delle mie insicurezze non dovute alla patologia di Luca ma al fatto di non volermi impegnare in una storia seria, ci siamo frequentati tra alti e bassi. Ad aprile sono cadute finalmente tutte le mie insicurezze e ci siamo fidanzati.

Abbiamo combattuto per circa 3 anni contro i pregiudizi del nostro quartiere, della mia famiglia, di chi pensava potessi essere la madre o la badante o la sorella, non di certo la donna che lo amava e che desiderava condividere ogni momento della sua giornata con lui. Non ci siamo fermati, e non lo faremo mai, di fronte a niente, perchè il nostro amore è più grande di qualsiasi pregiudizio o difficoltà; usciamo, viaggiamo, facciamo l’amore, non siamo ipocriti e diciamo che non ci sono difficoltà, ma abbiamo creato la nostra dimensione, raggiriamo gli ostacoli e viviamo una vita normale, resa difficile solo dalle barriere architettoniche e i retaggi culturali di una città, e in generale, di un Paese ignorante e retrogrado. Come si può pensare che una persona con difficoltà motorie non possa essere intelligente, studiare, avere una fidanzata, una vita sessuale appagante? Per strada spesso ci guardano come se fossimo “alieni”, vedono me come un’assistente che spinge la carrozzina, mi considerano una “pazza” che spreca la sua vita con un disabile che non può offrirle molto; solo chi ci conosce sa quanto ci amiamo e quanto la patologia di Luca sia stata in realtà ciò che ci ha unito, perchè le sofferenze affrontate in lunghi anni di terapie lo hanno reso una persona matura, quella maturità che non avevo trovato in ragazzi molto più grandi di lui.

Infine voglio aggiungere che un ruolo importante è svolto dalla famiglia: i ragazzi disabili hanno bisogno di genitori che non li facciano sentire “diversi”, ma “normali”, aiutandoli ad abbattere ostacoli da raggirare, ma non insuperabili.

Speriamo di formare presto una nostra famiglia, di avere dei figli e di essere un modello di vita per loro.