Mi chiamo Rosanna, sono nata 44 anni fa in calabria, che ad essere sincera, non è il posto migliore che ti possa capitare se si ha la sfortuna di nascere disabile. Purtroppo vivendo qui, mi è stato impedito di frequentare le superiori e di conseguenza l’università; all’epoca nessun istituto era attrezzato per accogliere una persona in carrozzina. Ho mantenuto però la voglia di studiare, conoscere e, avendo tanto tempo libero, ho letto centinaia di libri.
Già, ilibri…. Riempivano le mie ore, mentre quelle delle mie coetanee erano riempite da feste, appuntamenti, gite al mare o semplici serate fra amici dalle quali ero puntualmente esclusa. Ho vissuto in una specie di limbo per 42 anni, nomi chiedevo neanche più che avrei fatto il giorno dopo, tanto non ci sarebbero state novità.I pensieri che dedicavo all’amore erano dei veri e propri castelli in aria, sogni in cui venivo rapita dal principe azzurro o in cui diventavo una importante manager, sogni che erano una specie di uscita di sicurezza, quasi ad evitare che il cuore diventasse un sasso. Finchè non arrivaronoFacebook e le altre varie chat nella mia vita: con tutto il loro carico di varia umanità, a volte solidale a volte crudele, in ogni caso umanità vera, esistente. Iniziai a conoscere persone alle quali interessavo sia come persona che come donna: per merito della chat ho iniziato a praticare il sesso, cosa per me illimitatamente distante.
Ora c’erano uomini che desideravano la mia compagnia, anche solo per prendere un caffè; questo ha fatto si che io iniziassi a prendermi cura di me stessa, del mio aspetto fisico e siccome non c’è miglior cura per la mancanza di autostima che l’apprezzamento degli altri, il mioumore arrivò alle stelle. Decisi anche di prendere la patente e la macchina, cose impensabili solo qualche anno fa. Finalmente uscivo al sabato sera e avevo un carnet pienissimo ma…. ma sentivo che in mio cuore reclamava l’assenza di qualcosa: l’amore! Quello con la A maiuscola, quello a cui non avrei mai potuto dare la giusta importanza, appesantita come ero dalla mia appendice ruotata: nonostante i miei nuovi amici cercassero di convincermi che una donna con la carrozzina è pur sempre una donna, si guardavano bene dall’innamorarsi di me.
Comunque stavo vivendo e questo era davvero la novità. Cinque mesi fa, però, ad un giovane uomo piacque un mio commento a un post su Facebook, iniziò a contattarmi e piano piano, il tempo che ci dedicavamo cresceva sempre di più, fino a diventare la porzione di tempo più importante della nostra giornata. La decisione mia di andarlo a trovare al nord colse tutti di sorpresa, ma nessuno fu sorpreso quanto me stessa; se ripenso a quel che ero, a quanta vita ho lasciato per strada, mi sembra impossibile ora essere una donna amata e che ama, essere pronta a una relazione con un altro disabile senza paure, perchè ho capito che la vita offre a chiunque la possibilità di guarire dal pessimismo.
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