Quando si sta seduti, si hanno sconti per il cinema, il treno, il teatro. Non si fa file alle casse né alla posta. Abbiamo il parcheggio riservato e un pass per i concerti. Queste cose agli occhi del resto del mondo ci rendono “diversi” e la nostra condizione giustifica questi “privilegi”. Si dice poverini se lo meritano. Qualcosa che invece sembra che non ci meritiamo è il sesso. Si arriva quasi a pensare e chiedersi che motivo abbiamo x farlo!! Superata questa domanda, ci si chiede COME un disabile lo faccia e subito dopo CON CHI. Con chi è subito detto. Con la persona che ci scegliamo e non è detto che sia una che si ama. Eh già, perché molti non lo immaginerebbero mai, ma si fa sesso anche con chi non si ama. Proprio come succede al resto del mondo! Capita di conoscere una persona, di scoprire attrazione e di andarci a letto, capita di non rivedere più quella persona. Perché non ci è piaciuto non perché quella persona non cerca più noi. Capita di fare gli amanti, di essere il chiodo fisso di un uomo annoiato dalla vita coniugale, di essere il momento d’evasione. Capita di essere in ansia per un ritardo del ciclo o di dover correre in pronto soccorso per farsi prescrivere la pillola del giorno dopo. Capita anche di lasciare per un altro o di essere lasciati perché non accettiamo compromessi. Questo è quello che nessuno o pochi, molto pochi immaginano.
Per il come? Bè a questo punto potreste pensare che vi sentite più emancipati da rispondere “come tutti”. Invece no! Perché qui siamo tutti diversi, ancora di più se vogliamo. Ognuno con le proprie difficoltà e i propri limiti, s’ingegna a volte inventando e stupendo. C’è chi non riesce a stare sopra per via della schiena e allora può solo sotto, c’è chi deve stare su un fianco o chi rimane sulla sedia a rotelle, chi non riesce ad abbracciare il partner e chi fa fatica a divaricare le gambe, chi si stanca già ai preliminari e chi fa fare tutto all’altro… Ma mai una volta si rimane delusi del nostro corpo e delle sensazioni che in quei momenti ci regala. Molti sono arrivati a dire che esiste l’orgasmo mentale e che i disabili provano quello. Io dico che di orgasmo ne esiste un solo tipo. Quello fisico. Noi lo proviamo se ci piace chi abbiamo nel letto proprio come chi in questo momento non riesce a credere al fatto che forse lo facciamo più di chi sta leggendo.
È vero, vita di una persona disabile è diversa da quella di chi la mattina si alza da solo, si fa la doccia, prende le chiavi della macchina ed esce. Una donna che non cammina ha bisogno di un’altra persona che si occupa del suo corpo, anche in momenti d’intimità; se si vuole che il partner ci trovi in intimo di pizzo con le candele e gli incensi, c’è una terza persona che ci aiuterà. Questa è un’amica, una sorella o un’assistente. Si accetta che si violi quel limite che non dovrebbe mai essere superato, si accetta perché altrimenti non sarebbe possibile. Ma quando lui arriva nella stanza e ci guarda con occhi strabiliati, ci si dimentica che abbiamo avuto bisogno di aiuto e la diversità scompare. Si sente solo il respiro sulla pelle, le parole sussurrate e i brividi che scuotono ogni singolo muscolo. Quei muscoli che spesso ci fanno male e non ci permettono neppure di lavarci i denti.
Nel buio, tra le lenzuola, la donna che non cammina, dona e riceve lo stesso piacere di qualsiasi altra donna. A dispetto di chi fa della perfezione fisica un vanto o un cruccio.
Daniela Iannone
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